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Racconti

Recensioni di raccolte di racconti a cura de “Il Consigliere Letterario”.

… E imparai a raccontare

Recensione di “Racconti indiani” di Jaime de Angulo

Jaime de Angulo, Racconti indiani, Adelphi

“Pochi uomini riescono a trascendere la propria origine etnica e le proprie tradizioni culturali, al punto di penetrare e comprendere intimamente la vita di un popolo straniero. Jaime de Angulo era uno di quegli uomini. I quarant’anni che egli passò tra gli indiani Pit River della California gli permisero di identificarsi con i suoi compagni a un grado tale che, si può ben dire, non vi era sentimento loro che non fosse anche suo […]. Jaime de Angulo si rendeva conto – sia razionalmente sia intuitivamente – che la trasposizione linguistica di una certa atmosfera, di sentimenti e di fantasie non può essere affidata a eruditi.

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I dannati e il loro inferno

Recensione di “Racconti” di Friedrich Dürrenmatt

Friedrich Dürrenmatt, Racconti, Feltrinelli

Hanno l’atmosfera inquietante degli incubi e i contorni bui e inafferrabili di una realtà decisamente troppo folle, o terribile, o grottesca, o assurda per essere vera i Racconti di Friedrich Dürrenmatt pubblicati da Feltrinelli; storie scritte nell’arco di quarant’anni (dal 1942 al 1985) che, pur toccando i generi più diversi, hanno il loro denominatore comune nella scelta degli argomenti trattati, nell’antropologica “curiosità” dell’autore, nella sua filosofica analisi del male, nel confronto aperto, spigoloso, tra la parola scritta e il mondo, cui la letteratura si rivolge come a suo privilegiato oggetto d’analisi e che è nello stesso tempo chiamata a interpretare e comprendere.


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Wyoming, terra desolata

Recensione di “Distanza ravvicinata” di Annie Proulx

Annie Proulx, Distanza ravvicinata, Baldini Castoldi Dalai Editore

È la natura a dominare la scena nei racconti di Annie Proulx contenuti nel volume Distanza ravvicinata. Una natura dura, feroce, inospitale. Gli uomini e le donne che la abitano, in qualche modo le assomigliano. I loro corpi hanno la resistenza delle cortecce degli alberi e i loro caratteri esplodono in cortocircuiti di violenza quasi fossero uragani.

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Tra sogni, ricordi e dybbuk

Recensione di “Racconti” di Isaac B. Singer

Isaac B. Singer, Racconti, Corbaccio

Una geografia che resiste tenace nei ricordi dei sopravvissuti, che al di là della polvere degli anni, della volontà di annientamento dell’uomo sull’uomo e dei verdetti della storia, replica se stessa nelle leggende orali, nelle memorie piene d’orrore, nella volontà di rivincita o forse soltanto nel rifiuto dell’oblio.

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Il più pericoloso dei crinali

Recensione di “Tutti i racconti” di Katherine Mansfield

Katherine Mansfield, Tutti i racconti, Adelphi

Nell’immagine restituita dallo specchio la verità di sé; nelle silenziose urla dei pensieri più segreti tutto quel che è essenziale, che identifica, che contraddistingue; nel muto inseguirsi degli sguardi, nel balbettio di gesti abbozzati e subito interrotti, il goffo respirare dello spirito; nell’ombra di giorni che, circondati d’indifferenza, senza sosta nascono e muoiono, l’affannarsi della vita.


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L’elemento nuovo

Recensione de “La saggezza di Padre Brown” di Gilbert Keith Chesterton

Gilbert Keith Chesterton, La saggezza di Padre Brown
Gilbert Keith Chesterton, La saggezza di Padre Brown

Danzano sul sottile filo d’acciaio di un’ironia garbata e pungente, di un sarcasmo compiaciuto che sembra voler fare da contraltare all’oscurità del delitto, all’ombra del male, di una serenità quieta, incardinata nella certezza trascendente della fede e nello stesso tempo vestita della medesima imperfezione che è degli uomini, i racconti che compongono la seconda raccolta delle avventure di Padre Brown, intitolata La saggezza di Padre Brown (della prima raccolta, Il candore di Padre Brown, ho già scritto qui). Leggi tutto »L’elemento nuovo

Cinematografo 1759

Recensione di “Candido” di Voltaire

Voltaire, Candido, BUR
Voltaire, Candido, BUR

“Nel Candide oggi non è il «racconto filosofico» che più ci incanta, non è la satira, non è il prender forma d’una morale e d’una visione del mondo: è il ritmo. Con velocità e leggerezza, un susseguirsi di disgrazie supplizi massacri corre sulla pagina, rimbalza di capitolo in capitolo, si ramifica e moltiplica senza provocare nell’emotività del lettore altro effetto che d’una vitalità esilarante e primordiale.Leggi tutto »Cinematografo 1759

La guerra di Berto

Recensione de “La colonna Feletti” di Giuseppe Berto

Giuseppe Berto, La colonna Feletti, Marsilio
Giuseppe Berto, La colonna Feletti, Marsilio

Il tono sommesso, crepuscolare, che sembra quasi raccontare in tono di scusa la guerra d’Etiopia, lo smarrimento italiano di fronte alla solennità della terra d’Africa, l’ingenua arroganza del conquistatore contrapposta alla dignità dell’invaso, dello sconfitto, l’umanità travolta dal conflitto e che al conflitto cerca di opporsi come può; rifugiandosi nella disciplina severa del soldato o rincorrendo senza sosta un significato, un’emozione, una scintilla, qualcosa capace di aiutare quel tempo e quei luoghi ad ancorarsi alla memoria, a farsi esperienza, a diventare vita: “Cercava di suscitare in sé una commozione, per rendere poi più facile e individuabile il ricordo.


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Tutto cominciò e finì con una pietra

Recensione di “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” di Raymond Carver

Raymond Carver, Di cosa parliamo quando parliamo d'amore, Garzanti
Raymond Carver, Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, Garzanti

L’inesprimibile, forse, è quel che appartiene a tutti. Un sentire che ognuno sa di provare e per questo crede di conoscere, ma che quando si accinge ad analizzare, a descrivere, sfugge di mano, rifiuta di essere ridotto a oggetto di studio, respinge la soffocante univocità di una definizione.Leggi tutto »Tutto cominciò e finì con una pietra

Una parola terribile

Recensione di “Il treno era in orario” di Heinrich Böll

Heinrich Böll, Il treno era in orario, Mondadori
Heinrich Böll, Il treno era in orario, Mondadori

“Presto. Presto. Presto. Presto. Ma quand’è, presto? Che terribile parola: presto. Presto può essere tra un secondo, presto può essere tra un anno. Presto è una parola terribile. Quel presto comprime il futuro, lo rimpicciolisce, e non c’è nulla di certo, nulla di nulla, è l’incertezza assoluta. Presto non è nulla e presto è molte cose. Presto è tutto. Presto è la morte…”.

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