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I colpevoli e impossibili sogni di Emma

Recensione di “Madame Bovary” di Gustave Flaubert

Gustave Flaubert, Madame Bovary, Mondadori

La citazione che non t’aspetti di Madame Bovary la offre Tom Wolfe nel divertente, e per certi versi assai istruttivo romanzo Io sono Charlotte Simmons (recensito qui). Charlotte, brillante studentessa, sta seguendo all’università un corso avanzato di letteratura francese e l’argomento scelto dall’insegnante è il capolavoro di Gustave Flaubert.


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La miseria di un uomo vivo

Recensione di “Il clan dei Mahé” di Georges Simenon

Georges Simenon, Il clan dei Mahé, Adelphi
Georges Simenon, Il clan dei Mahé, Adelphi

Il viaggio, metafora fin troppo trasparente e abusata della presa di coscienza di sé, del tempo perduto, della vita mai davvero vissuta, riflesso nello specchio deformante della vacanza borghese, della villeggiatura quieta e noiosa, muta nel suo opposto, inciampa in un opaco groviglio di rimpianti, si smarrisce in un cortocircuito pensieri confusi, di desideri intensi e inesplorati, di sogni a occhi aperti che hanno il sapore metallico degli incubi, e finisce per ritrovarsi sempre nello stesso luogo, coincidenza di principio e fine, illusorio spiraglio di libertà, replica odiosa eppure irresistibile della quotidiana prigionia dell’esistere.Leggi tutto »La miseria di un uomo vivo

Il lutto delle virtù infrante

Recensione di “Il colonnello Chabert” di Honoré de Balzac

Honoré de Balzac, Il colonnello Chabert, Newton Compton
Honoré de Balzac, Il colonnello Chabert, Newton Compton

“Sapete voi […] che esistono al mondo tre tipi di uomini, il prete, il medico ed il magistrato i quali non possono nutrire molta stima per il prossimo? Forse per questo, vestono di nero: portano il lutto di tutte le virtù, di tutte le illusioni infrante. Ma il più sventurato è l’avvocato. Quando ci si rivolge al sacerdote è perché ci comanda il pentimento, il rimorso, la fede che riscalda ed eleva il sentimento; il sacerdote trova nella sua missione una gioia intima: egli purifica, assolve, riconcilia.


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La vertigine insostenibile della vita

Recensione di “Gli indifferenti” di Alberto Moravia

Alberto Moravia. Gli indifferenti, Bompiani
Alberto Moravia. Gli indifferenti, Bompiani

Sullo sfondo di una città anonima e universale, che si indovina per sottrazione nei viali lucidi di pioggia, nel silenzio innaturale dei parchi e nella congestione odiosa del traffico; sul palcoscenico nobile e tetro di appartamenti un tempo magnifici, trascurati dagli anni e ignobilmente sfruttati e traditi da coloro che li abitano; nell’ossequio impeccabile e impersonale (e impeccabile proprio perché impersonale) alle regole della convivenza e della convenienza sociale, all’etichetta, si trascina e si consuma un esistere d’apparenza, una vita d’ombra, la tortura soffocante dell’eterno ritorno del nulla, l’incolore parabola del nascere e del morire.


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