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Romanzi

Recensioni di libri di genere romanzo a cura de “Il Consigliere Letterario”.

L’uomo condannato

Recensione di “Normance” di Louis-Ferdinand Céline

Louis Ferdinand Céline, Normance, Einaudi

Il tempo dilatato dal ricordo, il passato, cicatrice della memoria, l’ossessivo ripresentarsi di quel che è accaduto trasfigurato di volta in volta dalla rabbia, dal delirio, dal desiderio, dalla paura, dalla volontà caparbia di non arrendersi, di non tradire se stessi. Più di qualsiasi altro scrittore, Céline ha reso letteratura la propria vita, ha donato al suo spirito indomito e malato il miracolo irripetibile di un linguaggio multiforme, fiammeggiante e tragico, capace di affacciarsi al sublime e di tossire roco come una bestemmia masticata a mezza voce, talmente coraggioso da riuscire a smascherare la verità (anche la più atroce, anche la più meschina) e nello stesso tempo così intossicato da se stesso, dalla propria delirante grandezza, da sprofondare in incubi grotteschi.Leggi tutto »L’uomo condannato

Filosofia, psichiatria, storia

Recensione di “La cura Schopenhauer” di Irvin Yalom

Irvin Yalom, La cura Schopenhauer, Neri Pozza

Ci sono romanzi che conquistano più per l’intuizione, lo spunto, l’idea su cui si fondano che per il modo in cui riescono a dare sostanza narrativa a quell’iniziale scintilla. La cura Schopenhauer di Irvin Yalom, di professione psicoterapeuta (nonché professore emerito di Psichiatria all’Università di Stanford) e scrittore per diletto, è una di queste opere.


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Se non ho denaro…

Recensione di “Fiorirà l’aspidistra” di George Orwell

George Orwell, Fiorirà l’aspidistra, Mondadori

A partire dall’adattamento del celebre passo della Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi, con la velenosa sostituzione del termine amore con denaro – “Anche se io parlassi tutti i linguaggi degli uomini e degli angeli, se non ho denaro divengo un rame sonante e un tintinnante cembalo. E quantunque avessi il dono della profezia e intendessi tutti i misteri e tutta la scienza; e benché io avessi tutta la fede, talché io potessi muovere le montagne, se non ho denaro non sono nulla…” – Fiorirà l’aspidistra di George Orwell sembra somigliare a un livido, rabbioso pamphlet antiborghese, a una sorta di resa dei conti tra l’autore, le proprie aspirazioni, i compromessi rifiutati e quelli accettati.


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Un pugno d’anime in un fazzoletto di miseria

Recensione di “Le terre del Sacramento” di Francesco Jovine

Francesco Jovine, Le terre del Sacramento, Einaudi

“[Con] Le terre del Sacramento assistiamo al nascere del fascismo, ripercosso a Isernia e a Morutri (Isernia, la Calena del romanzo), come un movimento che non aveva ancora il suo nome e la sua fisionomia definita, senza propositi polemici contro di esso, ma come la storia naturale e dolorosa di una malattia nazionale che investiva perfino terre barbariche e socialmente ineducate con una fatalità ineluttabile […].


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La tragedia e l’opera buffa

Recensione di “Ghiaccio Nove” di Kurt Vonnegut

Kurt Vonnegut, Ghiaccio Nove, Feltrinelli

Una prosa stralunata, scelte stilistiche che suonano casuali, pagine che sembrano crescere senza criterio, come fiori selvaggi, eppure stupiscono, affascinano, conquistano per armonia, bellezza e profondità. È prezioso l’apparente disordine creativo di Kurt Vonnegut, in assoluto uno degli scrittori più brillanti e sorprendenti del Novecento, perché non solo di geniale bizzarria si tratta; lo scrittore americano sceglie di raccontare quasi nascondendosi, alzando le spalle dinanzi ai temi che affronta, guardandoli da una distanza di sicurezza, come se non lo interessassero davvero, degnandoli di un’attenzione superficiale, di un sorriso appena abbozzato, a metà tra la noia e il pallido divertimento. E così Vonnegut colleziona arabeschi, intreccia paziente trame che profumano d’assurdo, accosta senza nessuna paura argomenti cruciali perché grazie al suo approccio clownesco, indifferente all’oscurità come alla luce, ne depotenzia alla radice l’importanza, riducendoli a materia narrativa qualsiasi. Leggi tutto »La tragedia e l’opera buffa

Un singolo e una nazione

Recensione di “Foto di gruppo con signora” di Heinrich Böll

Heinrich Böll, Foto di gruppo con signora, Einaudi

La vita di una persona, i suoi affetti, le sue conoscenze, i fatti di cui è stata testimone, quelli che hanno avuto origine dalle sue scelte, dalle sue azioni. Questo microcosmo, raccontato in tutti i dettagli, come se invece che le pagine di un libro si scorresse un dossier, poco alla volta supera i confini di un’esistenza singola, trascende ogni particolarismo e si apre alla descrizione di una società, di un pezzo di storia.


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L’innocenza perduta su un’isola

Recensione di “Il signore delle mosche” di William Golding

William Golding, Il signore delle mosche, Mondadori

È il pensiero a darsi battaglia ne Il signore delle mosche, l’opera più celebre del romanziere britannico William Golding, Nobel per la Letteratura nel 1983. Quel che a prima vista sembra essere semplicemente un romanzo d’avventura, infatti, cela, tra le pieghe della trama, ben altra profondità.Leggi tutto »L’innocenza perduta su un’isola

Il sogno diviene romanzo

Recensione di “Il Napoleone di Notting Hill” di Gilbert Keith Chesterton

Gilbert Keith Chesterton, Il Napoleone di Notting Hill, Piemme

Abita la dimensione dell’immaginazione e del sogno Gilbert Keith Chesterton; nella sua prosa riverberano il fanciullesco entusiasmo per l’avventura e il desiderio di ridisegnare il reale, il quotidiano, plasmandolo, trasformandone lo spento grigiore nello sgargiante arcobaleno di colori dell’invenzione fantastica, del gioco, dell’intuizione estemporanea che si fa idea, trama, storia compiuta. La narrazione, l’arte sublime del raccontare è, per il grande autore inglese, un rifugio, un riparo dal mondo; attraverso la mediazione salvifica della pagina scritta, che Chesterton utilizza nelle sue varie forme – articolo di giornale, saggio, romanzo, aforisma, pièce teatrale, poesia – egli mantiene intatto quel legame tra vero e verosimile (ma anche tra vero e possibile, probabile, surreale, assurdo) che a ben guardare è una delle caratteristiche distintive dell’opera letteraria. Leggi tutto »Il sogno diviene romanzo

In Italia

Recensione de “I Viceré” di Federico De Roberto

Federico De Roberto, I Viceré, Garzanti

Se con il termine classico intendiamo definire opere che per universalità degli argomenti trattati, radicalità dei nodi problematici affrontati e inevitabilità dei quesiti posti travalicano i secoli e si offrono, intatti, alla sensibilità del pubblico di ogni tempo, allora, senza dubbio alcuno, I Viceré di Federico De Roberto è un classico. La storia è quella di una nobile famiglia catanese in declino, quella degli Uzeda di Francalanza; il periodo quello risorgimentale, ma al di là della connotazione temporale e geografica, quel che rende meraviglioso, affascinante, unico (e, mi permetto di aggiungere, irrinunciabile) il romanzo è l’attualità del quadro politico rappresentato, e dei personaggi che – nel bene come nel male – lo animano. Leggi tutto »In Italia

Dostoevskij, romanziere eccelso

Recensione de “I demoni” di Fedor Dostoevskij

Fedor Dostoevskij, I demoni, Garzanti

Più di qualsiasi altro romanziere, Fedor Dostoevskij ha saputo penetrare fin nei più intimi recessi dell’animo umano. Le sue opere sono principalmente ritratti psicologici, modelli di comportamento definiti nella loro compiutezza (dal compimento dell’azione fino all’analisi dei moventi che hanno condotto a determinate scelte, e ancora più in là all’individuazione dell’architettura etico-morale che sta a fondamento di tutto) con l’ausilio di uno stile di scrittura unico. Leggi tutto »Dostoevskij, romanziere eccelso