Gli anni squallidi della Russia
Recensione di “Il rumore del tempo – Feodosia – Il francobollo egiziano” di Osip Mandel’stam
Gli ultimi anni al cadere del XIX secolo e un Paese intero che si raccoglie nelle memorie di un
Gli ultimi anni al cadere del XIX secolo e un Paese intero che si raccoglie nelle memorie di un
“Sapete voi […] che esistono al mondo tre tipi di uomini, il prete, il medico ed il magistrato i quali non possono nutrire molta stima per il prossimo? Forse per questo, vestono di nero: portano il lutto di tutte le virtù, di tutte le illusioni infrante. Ma il più sventurato è l’avvocato. Quando ci si rivolge al sacerdote è perché ci comanda il pentimento, il rimorso, la fede che riscalda ed eleva il sentimento; il sacerdote trova nella sua missione una gioia intima: egli purifica, assolve, riconcilia.
Un romanzo monumentale, sorretto da una prosa forte, ordinata, composta, trattenuta e nello stesso tempo eccezionalmente ricca. Un materiale narrativo fluido, articolato attraverso un arco temporale di oltre trent’anni, che in alcuni tratti si fa mirabile sintesi di opposti per poi, quasi d’improvviso, ritrarsi in sé, chiudersi, interrompersi, costringersi in angusti corridoi espressivi.
Leggi tutto »Generazione dopo generazione, fino in fondo all’abisso
Un romanzo senza eroi, un ritratto divertito e perfido di un brulicante microcosmo, quello della società inglese nel primo trentennio del XIX secolo. E sullo sfondo il drammatico incalzare della storia, con il definitivo tramonto di Napoleone e il tragico eroismo dei soldati a Waterloo. Nel suo capolavoro, La fiera delle vanità, William Makepeace Thackeray mescola con abilità i toni asciutti e severi del realismo e l’acuta leggerezza della commedia umana, il disciplinato rigore delle descrizioni d’ambiente e l’ironia esplosiva (che in qualche caso giunge fino alla caricatura) del disegno dei caratteri.
Leggi tutto »La seduzione della vanità. Un peccato da mettere in burla
Istanbul, 1836. Sono trascorsi esattamente dieci anni dallo scioglimento del corpo dei Giannizzeri, fanteria e guardia personale del Sultano e dei suoi beni, la cui rivolta contro Mahmut II, soffocata nel sangue, ha avuto come conseguenza, oltre allo sterminio dei soldati, la cancellazione del loro intero apparato militare e la sua sostituzione con un’altra unità: la Nuova Guardia. Quasi fosse un inquietante memento di questo tragico anniversario, o un messaggio di vendetta recapitato nel cuore stesso del Palazzo del potere, un orribile delitto scuote fin nelle fondamenta l’impero ottomano: una giovane circassa dell’harem, scelta dal Sultano per trascorrere con lui la notte, viene trovata strangolata.