Nell’oscurità di Nathan e Richard
Recensione di “Compulsion” di Meyer Levin

Meyer Levin, Compulsione, Adelphi
“Prima di A sangue freddo, prima del Canto del boia, fu Compulsion di Meyer Levin l’alfiere di
Recensioni di libri di genere giallo a cura de “Il Consigliere Letterario”.
Meyer Levin, Compulsione, Adelphi
“Prima di A sangue freddo, prima del Canto del boia, fu Compulsion di Meyer Levin l’alfiere di
Robert Galbraith, Il richiamo del cuculo, Tea
Si può giungere alla verità eliminando l’impossibile e accettando la realtà di quel che
Lois H. Gresh, Sherlock Holmes e la minaccia di Chtulhu, Fanucci
Non v’è, tra gli estimatori di Charles Dickens (ma anche tra i semplici lettori, purché non
Emilio De Marchi, Il cappello del prete, BUR
La promessa, capolavoro di Friedrich Dürrenmatt (nel blog trovate la recensione, dovesse interessarvi), spiega come meglio non si potrebbe per quale ragione il giallo letterario classico e i suoi grandi eroi
Leggi tutto »Il castigo del delitto
MIckey Spillane, Fuori l’ultimo, Garzanti
Nel raccontare (peraltro da un punto di vista non certo originale, ma di questo non si può onestamente far soverchia colpa all’autore) la lotta tra bene e male, o se si vuole tra la giustizia e il suo opposto, o ancora tra la legge e il crimine, Mickey Spillane in Fuori l’ultimo
Leggi tutto »Restare in piedi
Richard Price, La vita facile, Neri Pozza
Sentirsi all’inferno non significa affatto esserci davvero. A scoprirlo, al termine di una notte trascorsa tra chiacchiere (superflue) e bevute (eccessive) in compagnia di due compagni quasi occasionali – un collega appena conosciuto e un amico di quest’ultimo –
Leggi tutto »Nel Lower East Side
Raccontare a distanza dai fatti. Ricostruire un tassello dopo l’altro. Farlo con metodo, ordine, osservando da ogni possibile punto di vista e convergendo, poco alla volta, verso un’unica prospettiva. In una parola, ripercorrere. Riguardare. Vedere di nuovo. Ricordando. E alla fine confessando.Leggi tutto »Un cieco orizzonte
Tutto comincia poco dopo le cinque di una fredda mattina. Il palcoscenico è l’incolore, depressa periferia milanese. L’architettura nata povera degli edifici popolari, le strade invase dalla fanghiglia, il cemento dell’urbanizzazione stretto d’assedio dal verde selvatico di una campagna che sembra non volerne sapere di farsi città, l’esibita miseria delle roulotte di fortuna di un campo nomadi, strette le une alle altre nella grottesca imitazione di un abbraccio. Comincia tutto qui, agli estremi confini di una Milano che faticosamente cerca di stirare le proprie membra, di ingrandirsi, svilupparsi, crescere.Leggi tutto »Inchiostro rosso sangue
“I romanzi polizieschi di Willard Huntington Wright (in arte S.S. Van Dine) […] appartengono a pieno titolo alla ‘Golden Age’ della detective story […] e in particolar modo al cosiddetto whodunnit (‘giallo deduttivo’) […]: un investigatore (professionista o dilettante) conduce indagini su un delitto avvenuto in circostanze misteriose e inspiegabili (un’inquietudine soprannaturale sembra anzi percorrere le oscure vicende narrate), generalmente in un ambiente chiuso, e lo scrittore, che racconta la vicenda dal punto di vista dei testimoni del tutto incapaci di sbrogliare l’intricato filo della matassa, affida al suo ‘eroe’ il compito di ricostruire, attraverso percorsi logici e deduttivi alquanto rigorosi, l’esatto e imprevisto svolgimento dei fatti.
“Lo si confessi: tutti hanno letto prima o poi dei ‘gialli’, e proprio quelli del settimanale mondadoriano per lunghi anni dedito ai modelli più ‘classici’, da Edgar Wallace ad Agatha Christie e oltre, dai meccanismi limati e riconoscibili, presto familiari. Ho conosciuto fior di intellettuali e austeri professionisti che confessavano, in verità senza vergogna, di rilassarsi leggendo gialli.