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Recensioni

Recensioni di libri a cura de “Il Consigliere Letterario”, Paolo Vitaliano Pizzato.

Cerca l’autore, il genere o il tema di tuo interesse, sono disponibili centinaia di recensioni.

La proprietà, la quantità

Recensione di “La sottile linea rossa” di James Jones

James Jones, La sottile linea rossa, Neri Pozza

“Bell giaceva col viso contro la roccia, rivolto a Witt. Witt era disteso con la testa girata. In silenzio, nell’afa ronzante d’insetti, senza muoversi si scambiarono un’occhiata […]. Qual era il potere che decideva che un uomo fosse ferito, o ucciso, in luogo di un altro? […]. Qui non c’era nessuna parvenza di significato. E le emozioni erano tante e così confuse da riuscire indecifrabili, non si potevano sbrogliare. Nulla era stato deciso, nessuno aveva imparato niente. Ma, cosa più importante di tutte, nulla sarebbe finito. Anche se avessero catturato l’intera catena, nulla sarebbe finito.

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“Non puoi capire davvero se non ci sei stato”

Recensione di “Matterhorn” di Karl Marlantes

Karl Marlantes, Matterhorn, Rizzoli

È difficile pensare che la guerra abbia le sue abitudini, che, proprio come la vita di ognuno di noi, si consumi nella routine, nella noia, nell’indifferente, automatica reiterazione di gesti, comportamenti, doveri da assolvere, corvée assegnate da portare a termine. Eppure è proprio così ed è forse questo l’aspetto più terrificante: la sua normalità.

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“La presente per comunicarle…”

Recensione di “Un regalo del Führer” di Charles Lewinsky

Charles Lewinsky, Un regalo del Führer, Einaudi

La presente per comunicarle che lei è stato inserito nei ranghi del trasporto. La neutralità apparente del linguaggio burocratico, la sua impersonale lontananza e la calcolata freddezza che vanno in frantumi dinanzi alla tragedia e loro malgrado svelano (addirittura denunciandolo, seppur non consapevolmente, bensì per una sorta di riflesso involontario) l’orrore dello sterminio pianificato in tutti i suoi dettagli, la perfezione assassina del lucido delirio antisemita nazista.

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Alla luce di un’ironica lanterna

Recensione di “Tom Jones” di Henry Fielding

Henry Fielding, Tom Jones, Feltrinelli

“Avevo già intenzione di scrivere sul Tom Jones, ma queste note recano il segno dell’impressione suscitata in me dai giudizi della moderna critica letteraria e dei miei stessi studenti di Sheffield; mi sono dovuto chiedere perché giudico il libro tanto migliore di quanto lo trovino l’una e gli altri […]. I critici moderni in genere partono dal presupposto a) che l’artista non deve propagandare teorie, e b) che in ogni caso la sola teoria elevata che valga la pena di propagandare è quella che predica disperazione e disprezzo del mondo; a mio parere, questa combinazione porta a un vicolo cieco critico”.

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Non l’immediato, ma il vero

Recensione di “Fenomenologia dello Spirito” di Georg Wilhelm Friedrich Hegel

Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Fenomenologia dello Spirito, Bompiani

Perché Hegel? Perché affrontare la complessità dell’idealismo e provare a far propria una prospettiva – quella della coscienza, che nel superamento di se stessa e nell’acquisizione di sé come spirito cancella il dualismo tra soggetto e oggetto – che oggi più di ieri appare quasi insensata? Perché, semplicemente, non adottare il punto di vista di Gilbert Ryle e della scuola analitica, che nel rubricare la filosofia hegeliana come errore la qualifica come totalmente inutile?


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Sein, Jahvè e la pazzia

Recensione di “Trilogia di Valis” di Philip K. Dick

Philip K. Dick, Trilogia di Valis, Fanucci

L’essere, l’essenza stessa dell’esistere, la purezza dell’heideggeriano Sein, e insieme l’assoluta potenza del puro atto creatore, dell’impulso primo che nel dare origine a ogni cosa è origine di sé, è autocoscienza divina, e l’in sé e per sé che Hegel ha portato alla perfezione idealistica recuperandolo da millenni di sapienza e misticismo, dalle opere dei filosofi, dalle sentenze dei Padri della Chiesa, dalle lettere di San Paolo e dal nome stesso di Dio, Jahvè, “Colui che è”.

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Un precipitare d’anni e d’emozioni

Recensione di “In fuga” di Alice Munro

Alice Munro, In fuga, Einaudi

Una frattura, un baratro che si spalanca d’improvviso interrompendo traumaticamente la rassicurante monotonia dei giorni che seguono ai giorni. Uno spezzarsi della vita, un frantumarsi di abitudini, uno sfarinare di certezze, un chimico dissolversi, un precipitare di emotive sostanze che tornano mutate in altro, a volte addirittura nel proprio opposto, a volte invece semplicemente rafforzate in quelle che un tempo non erano che sfumature, sospetti, pallide sensazioni, dalla loro esplorazione del tempo, da quel malato contrarsi degli anni che è incancellabile testimonianza del dolore provato.

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I colpevoli e impossibili sogni di Emma

Recensione di “Madame Bovary” di Gustave Flaubert

Gustave Flaubert, Madame Bovary, Mondadori

La citazione che non t’aspetti di Madame Bovary la offre Tom Wolfe nel divertente, e per certi versi assai istruttivo romanzo Io sono Charlotte Simmons (recensito qui). Charlotte, brillante studentessa, sta seguendo all’università un corso avanzato di letteratura francese e l’argomento scelto dall’insegnante è il capolavoro di Gustave Flaubert.


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L’uomo e l’ambiente

Recensione di “Io sono Charlotte Simmons” di Tom Wolfe

Tom Wolfe, Io sono Charlotte Simmons, Mondadori

Con ogni probabilità, la più argomentata confutazione della tesi che sostiene l’esistenza di un rapporto diretto di influenza tra l’uomo e il suo ambiente (con il secondo che agisce sul primo) la si deve allo scrittore americano Tom Wolfe, che ha scelto, per esporla e dimostrarne, se non l’esattezza scientifica, di certo l’incontestabile verità immediata, il mezzo espressivo che meglio domina e più lo rappresenta: il romanzo.


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