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Verso la fine

Recensione di “L’amore molesto” di Elena Ferrante

Elena Ferrante, L’amore molesto, e/o

L’attrazione che muta in repulsione, il desiderio che si fa disgusto, il corpo che sembra perdere ogni bellezza, ogni armonia, ogni incanto, per ridursi ai suoi elementi primi, alla carne grigia e inerte insultata dal tempo, al moltiplicarsi delle sue imperfezioni, a quell’anonimato replicato in milioni di volti, gambe, mani, busti, fianchi cui inutilmente si tenta di fuggire attraverso il seducente miraggio della biancheria intima più costosa e raffinata, o nascondendosi nella rassodante illusorietà di creme per la pelle, o ancora trasformando se stessi in qualcosa d’altro immergendosi nello stregato calderone del belletto, dove senza sosta bollono gli ingredienti di una seduzione nata vecchia: le mille e mille sfumature del rossetto, i colori posticci del fard, le scale di intensità del pallore regalate dalla cipria.Leggi tutto »Verso la fine

Fu guerra civile

Recensione di “La bella Resistenza” di Biagio Goldstein Bolocan

Biagio Goldstein Bolocan, La bella Resistenza, Feltrinelli

“Nella memoria e nella retorica di chi la Resistenza l’ha combattuta davvero, di chi ha visto cadere i propri compagni di lotta, la guerra del 1943-1945 è stata una guerra di liberazione nazionale contro l’invasore tedesco e il suo complice fascista, traditore della patria; è stata il sacrificio di un intero popolo che lavava l’onta e la vergogna della dittatura, combattendo a fianco degli Alleati la lotta finale contro la barbarie nazifascista.Leggi tutto »Fu guerra civile

Singolo, famiglia, popolo

Recensione di “Germinale” di Émile Zola

Émile Zola, Germinale, Mondadori

Singolo, famiglia, popolo. Pietosa e laica Trinità dell’esistere quotidiano, la cui Passione è la fatica bestiale del lavoro, sono fame e stenti, è la fatalistica rassegnazione che grava sul capo di chi, dalla nascita, ha imparato soltanto a chinarlo, a dire “sì signore”, ad accettare, è l’ossessione della carne, solo piacere (almeno in apparenza) non avvelenato dalla ricattatoria mediazione del denaro, sempre insufficiente, e insieme eterno ritorno della schiavitù, della miseria, dell’impotenza, rinnovarsi di quella suprema ingiustizia che è lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

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Un’odissea oltre l’Olocausto

Recensione di “Il pane del ritorno” di Franca Cancogni

Franca Cancogni, Il pane del ritorno, Bompiani

Per chi nasce ebreo è perversa fortuna avere un’unica misura della sofferenza. Per chi è figlio d’Israele alla sommità, così come alla base del proprio dolore, della propria deriva esistenziale, sembra non esserci altro che l’inumano sterminio della Shoah, l’Olocausto, il genocidio nazista. Per coloro che discendono da Abramo non pare possibile immaginare altra strada percorribile oltre quella che ha condotto milioni di persone ai cancelli dei campi di sterminio.

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La cena dei cani randagi

Recensione di “La rivoluzione dei tarli” di Lucia Grassiccia

Lucia Grassiccia, La rivoluzione dei tarli, Prospero Editore

Un paese come tanti, che soffoca nella calura e guarda il mare. Un paese che è una cosa sola con coloro che ci vivono e che tuttavia resta distante, in qualche caso addirittura misterioso, le cui strade strette nessuno sa esattamente dove conducano, neppure chi abita lì da una vita intera, e ai cui angoli è facile imbattersi in un cane randagio.

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Il racconto di una vita

Recensione di “Madre e figlia” di Francesca Sanvitale

Francesca Sanvitale, Madre e figlia, Einaudi

Un sottile gioco di rimandi, di ricordi, di emozioni; la gioia, talmente intensa da essere quasi impossibile da esprimere e che diviene sete d’assoluto, desiderio di rendere eterno ogni istante di vita, e accanto a essa il baratro infinito del dolore, il tormento che artiglia carne e mente, che come un odioso parassita mette radici nell’anima nutrendosi di pensieri, ossessioni, rimorsi e gonfiandosi, crescendo a dismisura.


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Nessuna stagione

Recensione di “L’Arminuta” di Donatella Di Pietrantonio

Donatella Di Pietrantonio, l’Arminuta, Einaudi

E se non esistesse una stagione per la verità? Se nessuna età fosse mai abbastanza matura per riceverla né abbastanza forte per sopportarla? Se la verità, così nobile e bella, così pura e lucente da essere, come la virtù, premio a se stessa, fosse, proprio a motivo della sua perfezione, destinata a non poter camminare tra gli uomini, a non poter essere tra loro, che ne sarebbe di lei?

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In una vita, il vivere

Recensione di “Andrà tutto abbastanza bene” di Arianna Franzan

Arianna Franzan, Andrà tutto abbastanza bene, Priamo/Meligrana Editore

Un piccolo, prezioso tesoro di memorie. Un fascio di emozioni sospeso tra dramma e commedia, sorriso e pianto, investito ma non travolto dai grandi eventi della storia, immiserito ma non vinto dalla brutalità della guerra, ferito dall’ipocrisia del mondo, insultato dalla sua grettezza, dal suo egoismo, dalla sua nuda cattiveria e tuttavia salvato dalla compassione, dall’amore, dalla pietà, da un ottimismo ingenuo, fanciullesco e puro che ha il color del miele di un’alba limpida e l’abbandonata dolcezza di un abbraccio.Leggi tutto »In una vita, il vivere

Tardi, a diciott’anni

Recensione de “L’amante” di Marguerite Duras

Marguerite Duras, L'amante, Feltrinelli
Marguerite Duras, L’amante, Feltrinelli

Una famiglia pietrificata, attraversata dall’assenza, dal silenzio, dal dolore. Sprofondata nell’abisso di follia della madre, ferita dalla tetra malvagità del fratello maggiore, umiliata dalla sua meschinità, colpita al cuore dalla prematura morte di un altro fratello e infine abbandonata dalla sorella, donna-bambina di appena quindici anni splendente nel suo corpo acerbo.

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