I biondicatori e il cervello di Einstein
Recensione di “Nomadland” di Jessica Bruder
“[…] Del resto, milioni di americani lottano con l’impossibilità di un tradizionale stile
“[…] Del resto, milioni di americani lottano con l’impossibilità di un tradizionale stile
“Quando il romanzo di Henry Miller Tropico del Cancro apparve nel 1935, ebbe un’accoglienza solo cautamente laudativa, ovviamente condizionata in alcuni dal timore d’apparire amanti della pornografia. Tra coloro che lo lodarono, ci furono T.S. Eliot, Herbert Read, Aldous Huxley, John Dos Passos, Ezra Pound […]. Tropico del Cancro è un romanzo in prima persona, o, se preferite, un’autobiografia in forma di romanzo. Miller stesso sostiene che è una biografia vera e propria, ma il ritmo e la narrazione sono propri del romanzo.
Recensione di “Senza un soldo a Parigi e a Londra” di George Orwell
Un romanzo che vive nella sottrazione, che si alimenta della nudità della scrittura nello stesso modo in cui altre opere vengono nutrite dal rigoglio espressivo della prosa, dall’eleganza della forma, e in tal modo riconosce all’essenziale realismo della cronaca piena dignità letteraria. A ben guardare un romanzo che nega se stesso per raccontarsi come esperienza , come vissuto, e rappresentare il senso ultimo del lavoro dello scrittore così com’è stato concepito dall’autore stesso: “Il mio punto di partenza è sempre un senso di partigianeria, un senso d’ingiustizia.
La Milano florida e soddisfatta di sé del boom economico è un orizzonte lontano e amaro per gli eroi popolari di Giovanni Testori, esercito derelitto di uomini e donne che nella veemenza del carattere cela la vergogna per la propria condizione e allontana come può il fastidioso imbarazzo della miseria. La povertà materiale è la loro tragedia; l’assenza di mezzi e possibilità la condanna che devono scontare in vita; la rinuncia ai sogni la misura della loro straziante quotidianità. Leggi tutto »Uomini e donne alla periferia di ogni cosa
Nelle commosse scene di serenità familiare, nelle descrizioni d’ambiente, nelle caratterizzazioni spesso indimenticabili dei personaggi, il Natale dickensiano ha la perfezione dell’opera d’arte. Il grande autore inglese ha saputo renderlo unico; lo ha impreziosito con la grazia dello stile e lo ha raccontato (con il medesimo trasporto con cui si narrano storie di eterno fascino, che non ci si stanca mai d’ascoltare) a lettori di ogni età, mescolando l’ingenuità, il candore e l’apertura verso il fantastico e il soprannaturale proprie della fiaba al dettaglio duro, scomodo, diretto che caratterizza il realismo letterario e in modo particolare gli scritti di denuncia sociale.
Leggi tutto »Il reale vestito di fiaba: la letteratura etica di Dickens