Gli anni squallidi della Russia
Recensione di “Il rumore del tempo – Feodosia – Il francobollo egiziano” di Osip Mandel’stam
Gli ultimi anni al cadere del XIX secolo e un Paese intero che si raccoglie nelle memorie di un
Gli ultimi anni al cadere del XIX secolo e un Paese intero che si raccoglie nelle memorie di un
Anime. Così erano designati, nella Russia ottocentesca, i servi della gleba, indispensabile forza lavoro a disposizione dei piccoli e grandi proprietari terrieri. Per ciascuna di queste anime, il sistema di tassazione allora vigente prevedeva il pagamento di una tassa di possesso
Ieri: “Prima hanno arrestato mia moglie. Era uscita per andare a teatro e non è mai tornata […]. Di lì a tre giorni sono venuti a prendere me…
Leggi tutto »Sulla parete è appeso un ritratto di Stalin…
Più di qualsiasi altro romanziere, Fedor Dostoevskij ha saputo penetrare fin nei più intimi recessi dell’animo umano. Le sue opere sono principalmente ritratti psicologici, modelli di comportamento definiti nella loro compiutezza (dal compimento dell’azione fino all’analisi dei moventi che hanno condotto a determinate scelte, e ancora più in là all’individuazione dell’architettura etico-morale che sta a fondamento di tutto) con l’ausilio di uno stile di scrittura unico. Leggi tutto »Dostoevskij, romanziere eccelso
“Ci sono scrittori per cui non servono introduzioni. La lettura delle loro opere è un rischio che ogni lettore deve correre in modo individuale, autonomo: troverà sempre una risposta, che nessun altro gli potrà suggerire, ai problemi, ai conflitti posti dalla propria epoca, dal proprio livello culturale. Dostoevskij è uno di questi scrittori.
“Di dove fosse sbucato, è avvolto nelle tenebre del mistero […]. Dicevano anzitutto ch’egli, non so quando né dove, fosse stato funzionario, che avesse non so dove sofferto, e, ben s’intende, «per la verità». Dicevano ancora che si fosse un tempo occupato a Mosca di letteratura. Non è a stupire: la crassa ignoranza di Fomà Fomìc non poteva certo esser d’inciampo alla sua carriera letteraria.
Malato perché epilettico, perché innocente, perché “completamente buono” e incapace di meschinità, di viltà; malato perché spettatore della vita (della propria prima che di quella altrui), perché spaventato dall’idea stessa di volere, di desiderare, di anteporre se stesso al prossimo; malato di misericordia, d’amore, di pietà, ma soprattutto di solitudine, il principe Myskin, protagonista de L’idiota di Fedor Dostoevskij, racchiude nella sua anima vergine gli estremi opposti dell’essenza e della negazione dell’umano.
Accenti e atmosfere che richiamano il romanzo sociale, la complessità del disegno dei caratteri, restituiti al lettore nella loro essenziale verità, l’appassionato racconto di una storia d’amore tanto intensa quanto sfortunata, le dolorose riflessioni sugli estremi opposti del bene e del male e sull’anima dell’uomo, loro precario, instabile rifugio, e infine l’intenso studio delle passioni, dei sentimenti e dei desideri di uomini e donne, così simili, a volte, alla terra in cui vivono da esserne quasi il simbolo perfetto.
Leggi tutto »L’amore respira anche negli uomini del sottosuolo